Estremo Oriente
Prima Parte – Shangai
Come ho indicato nella presentazione della sezione del blog dedicata ai miei viaggi, non ne parlerò in ordine cronologico, cioè non seguirò una datazione di svolgimento. Ho dato la precedenza alle Bahamas perché le ho nel cuore in modo particolare; a seguire Helsinki e le Capitali Baltiche in quanto viaggio effettuato da poche settimane e pertanto freschissimo nella memoria (l’età – non più verdissima – potrebbe affievolirla!), ora vi porto – come dice il titolo – in Estremo Oriente.
Un viaggio non recentissimo (sono ormai trascorsi 10 anni), ma stampato dentro di me come se fossi appena tornata. Le foto non sono di grandissima qualità; fatte sempre con il cellulare, ma si sa, i cellulari “dell’epoca” non facevano le magie dei telefonini di ultima generazione.
Con un ottimo volo della Turkish Airlines partito da Milano, dopo circa 10 ore di volo dallo scalo di Istanbul arrivo a Shangai verso le 18,00 ora locale. (+ 7 ore rispetto all’Italia perché dicembre; aprile/ottobre, da noi ora legale, +6). Inutile dire che l’aeroporto di Shangai mi colpisce per la sua vastità, per il numero dei “gate”, per la quantità di passeggeri, per l’enorme indotto che lo rende una città nella città: negozi, bar, ristoranti….Che dire: una realtà allora per me inaspettata e sorprendente! Ed io: Alice nel paese delle meraviglie!
Ora, dopo tanti anni di viaggi e tanti grandi aeroporti visitati, l’unica meraviglia che mi prende è constatare che noi siamo ancora su un altro pianeta, peraltro in ottima compagnia: non sono tanti gli aeroporti europei paragonabili a quelli dell’Estremo Oriente. E la cosa in termini di vastità è spiegabilissima: città con un numero di abitanti che varia tra i due e gli otto milioni non possono avere aeroporti come città in cui gli abitanti sono tra i 20 e 30 milioni; ma in termini di efficienza e di servizi NO, che non riusciamo ancora ad essere all’altezza, di questo proprio non riesco a farmene una ragione.
Torniamo al viaggio. Ad attendermi mia figlia: in quegli anni lei abitava proprio a Shangai e questo fu il motivo principale del mio viaggio. Natale a Shangai, con Chiara! E’ stato un magico Natale: pranzo nel ristorante di proprietà di un italiano – sposato con una cinese – amico di mia figlia, con invitati provenienti da tutto il mondo uniti per far festa in un ambiente cosmopolita e internazionale e dove il “siamo tutti lontano da casa” ci ha uniti in abbraccio come tra vecchi amici anche se la maggior parte di noi non si sarebbe mai più rivista. Insomma un’atmosfera particolare che spero di essere riuscita a rendere.
A questo punto concedetemi un piccolo rigurgito di orgoglio materno; e spiego. All’uscita dall’aeroporto ci attendeva il taxi che Chiara aveva prenotato per venire a prendermi e per tornare in città e mentre mi spiegava che Chen era il suo taxista di fiducia, si mise a parlare con lui in mandarino. Certo sapevo che lo parlava, è laureata in Lingua e Letteratura Cinese e poi abitava in Cina da quattro anni, ma sentirla per così dire “sul campo” e con tanta padronanza….beh vi garantisco che mi ha emozionata!
Dopo un’ora circa di taxi (mi godo il traffico di Shanghai), arriviamo a casa; quattordicesimo piano di uno dei tanti grattacieli dei quartieri occidentali. Sfinita dal viaggio e dal cambiamento di fuso, crollo e, sperando di neutralizzare stanchezza e fuso con una bella dormita, mi abbandono tra le braccia di Morfeo, con la gatta Lamù che mi osserva diffidente dal suo trespolo. (Foto a).
La mattina seguente Chiara mi sveglia aprendo le finestre sulla città immersa in una nebbiolina surreale; ma “non è una brutta giornata invernale” – mi spiega – quella che vedi non è propriamente nebbia, ma smog! E’ quasi sempre così….” Infatti le mascherine che noi abbiamo scoperto qualche anno dopo per via del Covid, già allora a Shanghai era normalissimo vederle indossate. (Foto b – foto c)
Constateremo poi che io sono stata fortunata; sono riuscita per più di un giorno a vedere il cielo azzurro di Shanghai! (Foto d – foto e )
Le due sillabe che formano il nome della città – shàng e hǎi – significano letteralmente «sul mare» o anche «verso il mare». Si pensa che la città originariamente fosse situata direttamente sul mare oppure fosse il punto più alto da cui arrivare al mare.
Shanghai è in verità situata sul delta del Fiume Azzurro, sulla costa orientale della Cina e non è comunque lontana dal mar Cinese Orientale sul quale si affaccia. Tant’è che ha il porto più grande e trafficato di tutta la Cina, e, con quello di Rotterdam e di Singapore, condivide il primato di essere uno dei più importanti al mondo.
Nel complesso il suo territorio è costituito da una penisola tra il Fiume Azzurro e la baia di Hangzhou, dall’isola della contea di Chongming e una serie di isole minori. È delimitata a nord e a ovest da Jiangsu, a sud confina con Zhejiang e a est con il mar Cinese Orientale. La città è attraversata dal fiume Huangpu, un affluente del Fiume Azzurro.
Il centro storico della città, il Puxi, (foto o – p – q – r) si trova sul lato occidentale dello Huangpu, mentre il quartiere Pudong, di nuova concezione e che ospita il cuore del centro finanziario cittadino, si è sviluppato sulla riva orientale. Di questo quartiere si ha una vista privilegiata dal Bund, (foto f – foto g – foto h).
Il Bund, letteralmente “le rive della baia fangosa”, è un meraviglioso viale lungo due chilometri situato sulla riva sinistra del fiume Huangpu, fiancheggiato da numerosi edifici coloniali di stile tipicamente europeo: stile architettonico adottato alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo allor quando il Bund era il simbolo stesso dell’occupazione straniera e che rimarrà uno dei maggiori centri finanziari fino alla rivoluzione del 1949. La maggior parte di questi edifici sono stati restaurati in occasione dell’Expo 2010. (foto i – foto l – foto m)
E’ necessaria una precisazione per capire meglio di che territorio stiamo parlando: la città di Shanghai vera e propria è abitata da 25.000.000 di persone; considerando poi l’intera area metropolitana (territorio che si estende fino al mare) la popolazione diventa di oltre 40.000.000.
Shanghai è la capitale economica della Cina: grazie allo sviluppo dei decenni passati questa città è un centro economico, finanziario, commerciale e delle comunicazioni di primaria importanza della Repubblica Popolare Cinese.
La storia di Shanghai risale all’anno 1000, quando era però praticamente solo un villaggio.
Cominciò a svilupparsi in modo considerevole sotto la dinastia MING.
In seguito a due importanti cambiamenti politici, Shanghai divenne uno dei più importanti porti di mare nella regione del delta del Fiume Azzurro: il primo fu quando l’imperatore Kangxi della dinastia QING (1662-1723) nel 1684 rovesciò la precedente dinastia Ming revocando il divieto per le navi di andare nell’oceano, divieto che era in vigore dal 1525; il secondo fu quando, nel 1732 l’imperatore Yongzheng spostò l’ufficio doganale per la provincia di Jiangsu dalla capitale della prefettura, la città di Songjiang, a Shanghai.
L’attenzione internazionale a Shanghai è cresciuta nel XIX secolo per il riconoscimento europeo del suo potenziale economico e commerciale. Durante la prima guerra dell’oppio (1839-1842), le forze britanniche occuparono la città. La guerra si concluse nel 1842 con il Trattato di Nanchino, che permise agli inglesi di aprire tratte per il commercio internazionale. Il trattato di Humen, firmato nel 1843, e il trattato sino-americano di Wanghia, firmato nel 1844, costrinsero i cinesi a sottostare ai voleri europei e statunitensi per il commercio sul loro territorio. Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti ottennero facilmente concessioni al di fuori della città murata di Shanghai, che era ancora governata dai cinesi.
La più famosa è la Concessione Francese (foto n) : un’area della città amministrata dalla Francia dal 1849 al 1946. Oggi è un quartiere storico di Shanghai, noto per le sue strade alberate, l’architettura in stile europeo e l’atmosfera vivace, con negozi, ristoranti, gallerie e musei.
La visitiamo nella mattinata di questa mia prima giornata a Shanghai; poi girovaghiamo attraverso i quartieri più tipici e storici (foto s – sa – sb) della città e questa prima parte della giornata si conclude in uno dei tantissimi caratteristici ristorantini che animano queste antiche contrade.
Inutile dire che io sono affascinata; Shanghai cattura con le sue mescolanze di storia, arte, antichità, modernità, stravaganze. (foto ea)
E’ soprannominata “Perla d’Oriente” (东方明珠). Un altro soprannome è semplicemente “Hu” (沪), abbreviazione del suo nome cinese. A volte viene anche chiamata “Shen” (申), un’altra abbreviazione derivata dal nome della regione storica in cui si trova.
Inoltre Shanghai è conosciuta per la sua atmosfera vibrante e moderna ed è spesso descritta come la “Parigi dell’Est” o la “New York della Cina”.
Al pomeriggio visitiamo la cattedrale di Sant’Ignazio (in cinese semplificato 聖依納爵主教座堂; in cinese tradizionale 圣依纳爵主教座堂), una chiesa di culto cattolico. È la cattedrale della Diocesi di Shanghai.
Progettata dall’architetto inglese William Doyle ed edificata a cura della Compagnia di Gesù francese tra il 1905 e il 1910, fu all’epoca la cattedrale più grande dell’Estremo Oriente.
Il giorno successivo visita al Giardino del Mandarino Yu. (Foto sc – sd – se); un classico giardino cinese che sorge nel nord-est della città vecchia e che, come i tradizionali giardini cinesi, è un microcosmo dove convivono equilibratamente piante, animali e minerali. Il giardino venne creato nel 1599 per volere di Pan Yunduan come conforto per suo padre Pan En, un ufficiale di alto rango della dinastia Ming andato in pensione. La nomina di Pan a governatore del Sichuan rallentò la costruzione che si prolungò per quasi venti anni. Il giardino era il più grande e prestigioso della sua epoca a Shanghai, ma la sua costosa realizzazione contribuì a rovinare gli alberi pan. Al suo interno la meravigliosa Casa del tè (foto se).
Le giornate scorrono frenetiche e ricche di nuove esperienze, tra passeggiate sul Bund o al Puxi, shopping nei modernissimi Centri Commerciali (foto t) o nelle botteghe dei quartieri antichi dove si può trovare il vero artigianato cinese di pregio, pranzi e cenette in ristoranti cinesi e non solo: qui si trovano davvero le cucine di tutto il mondo! Inutile dire che i ristoranti italiani sono tra i più frequentati ed apprezzati.
Son trascorsi cinque giorni dal mio arrivo e siamo arrivati alla Vigilia di Natale che trascorriamo praticamente a casa. Usciamo solo in serata per la Cena e mentre siamo a tavola Chiara si ricorda che deve pagare la bolletta della luce. Sono le ore 23 circa del 24 dicembre, il 26 partiremo per la Thailandia….Come si può fare? Ed ecco un’altra rivelazione che mi lascia sorpresa: rientrando, mi spiega mia figlia, passeremo da un supermercato – già allora aperto h. 24 – dove c’è un’apposito “totem” tramite il quale puoi pagare quello che devi in ogni momento. Sì, Shanghai era ed è anche questo!
Il giorno successivo, Natale appunto, pranzo come vi dicevo nel ristorante dell’amico italiano; poi un giretto al Bund per un ultimo saluto a questa incredibile città. Ma fa un freddo becco (foto u), scappiamo a casa a fare le valige. Il giorno dopo saremmo partite per Puket, Capodanno al caldo sole della Thailandia.
Ma di questa parte del viaggio vi racconto un’altra volta.