NASCITA della CROCE ROSSA ITALIANA

La nascita della Croce Rossa Italiana avvenne ad opera di Cesare Castiglioni, medico, nato ad Arluno nel 1806 e vissuto a Milano, che dedicò la sua vita al soccorso e all’assistenza degli altri. Un filantropo sempre attento agli ultimi e ai reietti che intuì la necessità di costituire gruppi di soccorritori per i militari feriti in battaglia. E che, sulla scia del successo della pubblicazione dei ricordi di Henry Dunant durante la battaglia di Solferino nel 1859, fondò l”Associazione Medica Italiana” con l’idea di allargare la sfera di competenza della medicina per addestrare personale civile alla cura dei feriti di guerra.

Nei suoi ideali ancora oggi si riconoscono migliaia di cittadini italiani che quotidianamente prestano la loro opera a fianco dei bisognosi, dei feriti, degli ultimi, delle vittime di calamità e catastrofi naturali, animati dallo stesso amore per il prossimo che ha contraddistinto l’esistenza del Dottor Castiglioni. Dal 2 novembre 2012, il suo nome figura al Famedio*  insieme a quelli di Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, Salvatore Quasimodo, e tanti altri.

*(Il FAMEDIO del Cimitero Monumentale di Milano e’ il Pantheon degli uomini illustri, il luogo degli “ospiti e cittadini onorati di Milano” che nella loro vita con la loro opera e il loro lavoro hanno dato lustro alla città nei più svariati campi,  dalle arti alla letteratura, dallo sport al diritto dalle scienze alla medicina)

Il Dottor Castiglioni, aderendo al “Comitato internazionale per il soccorso ai militari feriti in tempo di guerra” appena costituitosi a Ginevra, fondò il 15 giugno del 1864 la Croce Rossa Italiana, ben due mesi prima della firma della Convenzione di Ginevra (22/08/1864). Venti anni dopo venne definita ente morale ai sensi del R.D. 7 febbraio 1884, n. 1243. Nota come “Associazione italiana per il soccorso ai feriti e ai malati in tempo di guerra” Cesare Castiglioni fu il primo presidente del comitato milanese e ricoprì questo ruolo fino alla sua morte. In Italia nessuno più del Castiglioni è stato in grado di coniugare le istanze di medicina sociale professate dall’associazionismo medico della seconda metà dell’Ottocento e la filosofia umanitaria di Henry Dunant. Egli era fermamente convinto che “la cooperazione tra civili e militari nel soccorso ai feriti di guerra fosse il contributo più urgente e necessario a ribadire gli ideali di pace in un’Europa ancora divisa” e che tale cooperazione poteva trovare la giusta sintesi nella costituenda Croce Rossa proposta dall’illustre ginevrino. Questa organizzazione fu menzionata e lodata all’estero, e nel 1866 nella Conferenza Internazionale tenutasi a Parigi fu assegnata a Castiglioni una medaglia d’argento.

Le componenti della CRI


Il Corpo Militare,  Ausiliario delle Forze Armate, è composto da un contingente di personale in congedo, arruolato su base volontaria e altamente specializzato: medici, psicologi, chimici-farmacisti, commissari, contabili, infermieri e soccorritori.

Nei propri ruoli in congedo, il Corpo conta circa 17mila iscritti, richiamati periodicamente a fini addestrativi. Il Corpo Militare in situazioni di emergenza nazionale ed internazionale gestisce ospedali da campo, presidi medici avanzati, nuclei sanitari e logistici mobili e nuclei di decontaminazione NBCR.

Attualmente è organizzato territorialmente in un Ispettorato Nazionale, in Centri di Mobilitazione, in Nuclei Addestramento e Attività Promozionale a livello locale, in basi operative e centri polifunzionali.

Il Corpo delle Infermiere Volontarie , anch’esso Ausiliario delle Forze Armate, è presente su tutto il Territorio Nazionale e svolge attività sia in ambito civile che di militare.

Quotidianamente le Infermiere volontarie prestano servizio ordinario sia presso le Unità di Croce Rossa Italiana che militari, e servizio straordinario sia in attività di emergenza civile che militare.

La fondazione del Corpo si fa risalire ufficialmente  al 9 febbraio del 1908, con l’inaugurazione della scuola presso l’Ospedale Militare del Celio, sotto l’alto patrocinio della Regina Elena. In realtà i primi corsi per Infermiere Volontarie risalgono all’anno scolastico 1906-1907 per merito di Sita Meyer Camperio che, coadiuvata da altre nobildonne milanesi come Rosa Curioni De Marchi e Matilde Visconti di Modrone, istituì il primo corso a Milano presso il Palazzo d’Igiene.

L’iniziativa si diffuse rapidamente in altre città quali Genova, Firenze, Bologna, Modena, Palermo. Già nel dicembre del 1908, in occasione del devastante terremoto calabro – siculo, centoventi infermiere volontarie, provenienti da tutta l’Italia, parteciparono ai soccorsi alla popolazione. Dall’ottobre del 1911 al marzo del 1912, in occasione della Guerra Italo-Turca, circa sessanta Infermiere Volontarie si alternarono sulla Nave Ospedale Menfi; tra loro la Duchessa Elena d’Aosta. Questo fu il primo intervento di donne italiane, in ambito sanitario, all’interno di un’operazione di guerra.

La Grande Guerra

La Grande Guerra vide operare al fianco della Sanità Militare, nelle ambulanze chirurgiche lungo la linea del fronte, negli ospedali da campo, nei posti di soccorso e nei treni ospedale oltre diecimila Crocerossine; la pandemia di “spagnola” colpì molte Infermiere Volontarie. Più di trenta morirono per causa di servizio e molte furono ferite durante i bombardamenti.

Ville patrizie, conventi, edifici pubblici, anche il palazzo del Quirinale, furono trasformati in ospedale e l’opera delle Infermiere Volontarie, dapprima accettata con difficoltà anche a causa dell’ambiente prevalentemente maschile, fu apprezzata e valorizzata e le Crocerossine lavorarono ininterrottamente durante tutto il periodo bellico. Nel Sacrario Militare di Redipuglia, l’unica donna presente tra centomila soldati è una giovane Crocerossina, Margherita Kaiser Parodi.

Tre infermiere Volontarie, Maria Andina e Maria Antonietta Clerici di Como e Concetta Chludzinska di Venezia, in violazione delle Convenzioni di Ginevra, furono internate per quattro mesi, nel campo di concentramento di Katzenau. Molte infermiere volontarie furono decorate al Valor Militare, tra queste la Duchessa Elena d’Aosta alla quale fu conferita la Medaglia d’argento.

Dal 1919 al 1939

Nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, la Croce Rossa Italiana ampliò i campi d’intervento, acquisendo compiti concernenti l’assistenza e la prevenzione sanitaria. Le Crocerossine prestarono servizio nelle colonie estive per bambini, nei dispensari tubercolari, negli ambulatori infantili, nelle profilassi antimalariche e nei casi di calamità naturale sia in Italia (terremoto del Mugello, del Vulture e delle Marche, esondazione del Tevere) sia all’estero (terremoto in Bulgaria e in Romania, carestia in Albania e nel Belgio).

Dal 1936 al 1938, a seguito della guerra in Etiopia e della conquista dell’Africa Orientale, le Crocerossine furono imbarcate sulle navi ospedale, dove curarono i militari ricoverati negli ospedali di Somalia, Abissinia, Libia, Eritrea ed Etiopia.

Durante la guerra civile in Spagna operarono negli ospedali militari e sulle navi ospedale, al seguito delle truppe italiane volontarie, per il rimpatrio dei feriti e per il salvataggio dei naufraghi.

Secondo Conflitto Mondiale

Nelle fasi iniziali del secondo conflitto mondiale, furono mobilitati tutti i Corpi Sanitari, compresi il Corpo Militare e il Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Il primo settembre 1939 fu nominata Ispettrice Nazionale Maria Josè, Principessa di Piemonte, che si era diplomata a Napoli nel 1936 e che riorganizzò, secondo più moderne linee guida, il Corpo. Il 10 Giugno del 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia, il Corpo dovette rapidamente rispondere a molteplici necessità: le Crocerossine furono operative in ospedali militari, ospedali da campo, treni e navi ospedale, ospedali extra territoriali. “La Sorella di Piemonte” organizzò e diede grande supporto alle Infermiere Volontarie che in gran numero, presero servizio, incuranti del pericolo.

Nel marzo del 1941, venne affondata in Albania, nella Baia di Valona, la Nave Ospedale Po.  Nel naufragio perirono quattro Infermiere Volontarie: Maria Federici, Wanda Secchi ed Ennia Tramontani durante l’affondamento; Maria Regina Medaglia, tre mesi dopo, per i postumi del naufragio.

Notevole fu il contributo delle Infermiere Volontarie sulle navi ospedale per il trasporto dei feriti dall’ Africa. L’opera qualificata e assidua delle Sorelle venne unanimemente riconosciuta e il 12 Maggio 1942, con il Regio decreto n°. 918, il Governo decise di rendere il Regolamento del Corpo legge dello Stato. La Seconda Guerra Mondiale vide migliaia di Crocerossine operare in zona di guerra.
Durante la Campagna di Russia, prezioso fu il contributo delle “Crocerossine” (circa trecento) sui treni ospedale e negli ospedali da campo dislocati lungo lo sterminato fronte russo, al seguito, prima dell’organizzazione sanitaria del Corpo di Spedizione italiano in Russia (CSIR) e successivamente, con l’Ottava Armata Italiana (ARMIR) Durante la drammatica ritirata dal fronte del Don i treni ospedale, per quanto fu possibile, raccolsero anche quei soldati semi congelati, stremati dalla fatica, affamati, che non riuscirono a ricongiungersi con le loro divisioni, nella steppa gelata, per mancanza di mezzi o di carburante. Dal 1942 al 1943, quattordici Infermiere Volontarie furono impiegate sulle navi bianche Giulio Cesare, Duilio, Saturnia e Vulcania per il rimpatrio dei militari dai campi di prigionia e concentramento; le navi furono costrette a un viaggio lungo e periglioso, circumnavigando l’Africa, per evitare il passaggio dal Canale di Suez. Dopo l’armistizio dell’otto settembre del 1943, circa venti Infermiere Volontarie, furono internate nel campo di Concentramento di Zeithain, dove prestarono servizio dal novembre del 1943 al giugno del 1944, nell’ospedale militare per prigionieri di guerra “sempre con grande zelo e disponibilità ed in modo soddisfacente” (Tratto dalla lettera del Dottor Lücke Capitano Medico Primario dell’Ospedale Militare di Zeithain).

Il dopoguerra

Terminata la guerra che sconvolse il mondo, la Croce Rossa Italiana operò una revisione ed una ristrutturazione interna, ma il ruolo delle Infermiere Volontarie mantenne la sua valenza professionale e sociale. Le Crocerossine continuarono la loro attività negli ospedali militari e civili, per assistere i reduci e i profughi.

Con l’istituzione della Repubblica, la carica di Ispettrice Nazionale, ricoperta da Maria Josè di Savoia fino al 1946, divenne vacante e la stessa Regina nominò reggente Sorella Paola Menada, che fu poi confermata Ispettrice Nazionale con nomina presidenziale e che dirigerà il Corpo fino al 1976. Dall’ottobre del 1951 al dicembre del 1954, le Infermiere Volontarie si alternarono in Corea, presso l’ospedale 68. Negli anni successivi, le vediamo protagoniste nei soccorsi alle popolazioni in caso di pubbliche calamità nazionali ed internazionali o di eventi di massa. Solo per citare alcuni esempi: alluvione del Polesine, del Vajont e di Firenze; terremoti del Belice, del Friuli, dell’Irpinia, dell’Abruzzo, assistenza ai profughi vietnamiti.

Dagli anni ottanta

A partire dagli anni 80 le Infermiere Volontarie intervennero congiuntamente con le Forze Armate nelle missioni di pace all’estero. Nel 1982 il Corpo fu impiegato in Libano, nell’ospedale da campo allestito a Beirut, al fianco della Forza multinazionale di pace.

Nel 1991 dopo la guerra del Golfo, le Sorelle parteciparono alla Missione” Airone “, per l’assistenza sanitaria alla popolazione curda presso l’ospedale da campo di Zakno con il contingente dell’Esercito Italiano, e all’Operazione “Pellicano”, in Albania.

Seguirono poi l‘operazione Militare “Albatros” (1993-1994 presso l’ospedale in Mozambico) e la missione in Somalia con l’Operazione “IBIS “, come supporto sanitario al contingente italiano UNOSOM. In questa missione perse la vita la giovane Crocerossina Maria Cristina Luinetti.

Molti altri interventi si succedettero con il contributo del Corpo delle Infermiere Volontarie: la missione IFOR/SFOR* in Bosnia Erzegovina (1995-2004), la Missione “Alba “in Albania (1997), la Missione KFOR* in Kosovo (2008.) Dal 2003 al 2006 con la Missione “Antica Babilonia” le Infermiere Volontarie operarono a Baghdad e dal 2005 al 2006 parteciparono alla Missione ISAF a Kabul. Nel mentre, non venne mai meno l’attività quotidiana al servizio della popolazione sul territorio nazionale. Furono impegnate dal 2008 fino al 2012 per il terremoto dell’Aquila e, nello stesso periodo, si imbarcarono sulla Nave Cavour, in missione umanitaria, in occasione del terremoto a Haiti. Dal 2008 sono sempre in prima linea per l’accoglienza di migranti nei vari porti di sbarco della Sicilia e della Calabria. Pronte, ovunque fosse richiesta la loro opera, l’operazione “Mare Nostrum, “dall’ottobre 2013 all’ottobre del 2014, le vide impegnate fin dall’inizio a bordo delle navi militari per fronteggiare lo stato di emergenza umanitaria. Nel 2015, sempre in collaborazione con la Marina Militare, le Sorelle furono impiegate nella Missione” EUNAVFOR MED OPERATION SOPHIA”. Parteciparono alle emergenze per il terremoto di Amatrice e Norcia (2016) e per l’alluvione del Bangladesh (2017). Iniziata nel 2017 (e ridimensionata nel 2023 con attività rivolte ai civili)  la Missione Ippocrate ha visto impegnate le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana in Libia, a Misurata, nel soccorso ai soldati feriti combattenti contro l’ISIS.

 *Implementation Force/Stabilitation Force/Kosovo Force (Forze militari internazionali guidate dalla NATO)

I VV.d.S. 150.00 in Italia. Ogni giorno contribuiscono a migliorare la vita delle comunità e delle persone in situazione di vulnerabilità analizzando e rispondendo ai loro bisogni attraverso la cultura della prevenzione, l’educazione e l’attenzione alla persona. L’ obiettivo è prevenire e alleviare la sofferenza umana in maniera imparziale contribuendo al mantenimento e alla promozione della dignità.

Servizio sulle ambulanze, servizi socio assistenziali, attività  di formazione;  tipi di servizio che prevedono istruzione e addestramento  specifici.

Croce Rossa  Giovanile ( I cosiddetti pionieri) giovani tra i 14 e i 18 anni; la loro attività  viene esplicata in settori essenzialmente logistici.

LA SEZIONE FEMMINILE In genere le signore delle classi più abbienti delle varie realtà territoriali o le mogli delle autorità; si occupano dell’organizzazione di manifestazioni essenzialmente benefiche e del “fundraising”  e sono esse stesse in prima linea con donazioni anche economiche.

Attualmente la Croce Rossa Italiana è  una associazione privata con personalità giuridica; è iscritta nel RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) ove viene classificata come Organizzazione di Volontariato. E’ riconosciuta dallo Stato Italiano in linea con le Convenzioni di Ginevra e Protocolli Aggiuntivi. Opera sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica ed è ausiliaria dei pubblici poteri in materia di Soccorso Umanitario e Protezione Civile. Non è un Ente controllato dal Ministero della Difesa ma è soggetta al controllo della Corte dei Conti.

Infine un breve cenno sul Comitato Provinciale CRI di Como in quanto in questa realtà ho personalmente prestato servizio come V.d.S. e, c/o il Sottocomitato di Valsolda, con diversi incarichi di vertice.

ll Comitato Provinciale Comense ha origine il 28 maggio 1866, Presidente il Dott. Raimondo Parravicino. Vengono istruiti 30 infermieri, due di loro, Giuseppe Pini e Luigi Quadrio, fanno parte delle squadriglie di soccorso impegnate durante la guerra di liberazione del Veneto.
Il 19 gennaio 1879 nasce la Commissione Superiore dell’Unione delle Dame, la Sezione Femminile di Croce Rossa. Il Corpo delle Infermiere Volontarie (Crocerossine) è istituito ufficialmente nel 1908.
Nel 1911, a Como, Vincenza Campari, dà inizio al primo corso per 36 allieve Infermiere Volontarie; il Presidente della scuola è il Dott. Antonio Carcano. Con lo statuto del 1929 nascono le squadre dei Volontari del Soccorso: la Croce Rossa assume un assetto organizzativo polifunzionale, radicato nella società civile. Nel 1922 è costituita la Croce Rossa Italiana Giovanile (Pionieri).

Una storia lunga, dove i cambiamenti nella società e le necessità del tempo hanno trasformato e fatto mutare le attività del Comitato a sostegno del territorio e della popolazione, sempre nell’interesse dell’aiuto verso gli altri con attività e tecniche all’avanguardia e capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini. Si è così arrivati ai giorni nostri, dove il Comitato di Como vede la presenza sul territorio di 4 sedi operative a Como, Lipomo, San Fedele e Valsolda, in grado così di garantire un servizio di assistenza e di aiuto su una superficie ampia ed eterogenea.

ll Comitato Provinciale Comense ha origine il 28 maggio 1866, Presidente il Dott. Raimondo Parravicino. Vengono istruiti 30 infermieri, due di loro, Giuseppe Pini e Luigi Quadrio, fanno parte delle squadriglie di soccorso impegnate durante la guerra di liberazione del Veneto.
Il 19 gennaio 1879 nasce la Commissione Superiore dell’Unione delle Dame, la Sezione Femminile di Croce Rossa. Il Corpo delle Infermiere Volontarie (Crocerossine) è istituito ufficialmente nel 1908.
Nel 1911, a Como, Vincenza Campari, dà inizio al primo corso per 36 allieve Infermiere Volontarie; il Presidente della scuola è il Dott. Antonio Carcano. Con lo statuto del 1929 nascono le squadre dei Volontari del Soccorso: la Croce Rossa assume un assetto organizzativo polifunzionale, radicato nella società civile. Nel 1922 è costituita la Croce Rossa Italiana Giovanile (Pionieri).

Una storia lunga, dove i cambiamenti nella società e le necessità del tempo hanno trasformato e fatto mutare le attività del Comitato a sostegno del territorio e della popolazione, sempre nell’interesse dell’aiuto verso gli altri con attività e tecniche all’avanguardia e capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini. Si è così arrivati ai giorni nostri, dove il Comitato di Como vede la presenza sul territorio di 4 sedi operative a Como, Lipomo, San Fedele e Valsolda, in grado così di garantire un servizio di assistenza e di aiuto su una superficie ampia ed eterogenea.

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