11 settembre
Giovedì 11 settembre
Giorno anniversario dei tragici eventi del 2001. Questa è la prima considerazione che mi viene spontaneo fare oggi. Data spartiacque per la storia contemporanea: il mondo prima dell’11 settembre e dopo l’11 settembre.
Quattro aerei di linea delle due principali Compagnie aeree statunitensi (United Airlines e American Airlines) furono dirottati da 19 terroristi – tutti morti –; due furono fatti schiantare contro le torri Nord e Sud del World Trade Center a Manhattan, uno contro il Pentagono – ma causò solo gravi danni – e il quarto, quello che avrebbe dovuto schiantarsi contro il Campidoglio o la Casa Bianca, precipitò in un campo a Shanksville (Pennsylvania), in seguito all’eroica rivolta dei passeggeri.
Dovessi campare ancora cent’anni mai potrò dimenticare le immagini che la televisione mandò in onda quasi in diretta, realizzando durante la cronaca cosa stava davvero accadendo.
2.977 morti, subito; negli anni successivi altri morirono per le conseguenze degli attacchi (tumori e malattie respiratorie); 6.000 feriti.
Voltiamo pagina.
Rita è partita. Questa mattina è tornata a casa dopo tre mesi di latitanza…ah ah ah. Domani ricomincerà la scuola che, in verità, a Roma è iniziata oggi, ma lei per motivi di lavoro della sua mamma ha dovuto rimandare di un giorno.
La cosa devo dire non l’ha turbata più di tanto; anzi per nulla. Aveva voglia sì di tornare sui banchi, ma solo per rivedere i suoi compagni. E’ molto socievole ma pochissimo interessata all’apprendimento. In compenso è molto creativa, bella cosa certo, ma non sostitutiva di una buona istruzione e, successivamente, di un’ottima cultura. Spero (tanto!) che crescendo faccia suo questo mio modo di vedere la cosa.
Io ho rimesso a posto casa ed ora “provo” a scrivere due righe; devo dire che il processo di ritorno alla normalità richiede un po’ di impegno. Quest’ultima settimana con la piccola mi ha riempita di gioie ma svuotata di energie. Però tornano, tornano…Indomita di nome e di fatto!
Domenica prossima, 13 settembre, andrò alla Scala: “La Cenerentola” titolo originale completo di un dramma giocoso di Gioachino Rossini, sottotitolo: La bontà in trionfo.
Il soggetto fu tratto dalla celebre fiaba Cendrillon di Charles Perrault (1697), ma il librettista Ferretti si servì anche di due libretti d’opera: Cendrillon di C.Guillaume Etienne per Nicolò Isouard (1810) e Agatina, o La virtù premiata, musicata da Stefano Pavesi su testo di Francesco Fiorini (1814). Brevi cenni che vi dò, giusto per inquadrare l’opera che Rossini compose in circa tre settimane. Tempi brevi, ma il compositore pesarese non era nuovo a questi “exploit”; per La Cenerentola si avvalse della collaborazione di un suo assistente al quale affidò la composizione dei recitati secchi, delle arie “Vasto teatro è il mondo” di Alidoro e “Sventurata! Mi credea” di Clorinda e, infine, anche del coro “Ah, della bella incognita”.
La prima andò in scena al Teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817. Sebbene il librettista Ferretti ne parli nelle sue memorie come di un insuccesso, al contrario l’opera fu salutata con favore dalla critica la quale al contrario non fu per niente tenera con gli interpreti.
Andare all’opera mi dà sempre un grande piacere, ma alla Scala il piacere raddoppia: oltre al miracolo della musica mi godo la magia del luogo che per me, milanese doc, è un vero e proprio scrigno di bellezza, storia e ricordi.
Perciò non vedo l’ora…..
Chi mi segue e ha letto le diverse sezioni del blog sa che nella sezione “Le mie lezioni – Storia dell’arte” ce n’è una proprio sul teatro alla Scala (e relativo museo); chi non lo avesse ancora fatto ma mi sta leggendo ora, può sempre farlo.
A proposito: ricomincia anche l’anno accademico dell’ UTE “Alessandro Volta” di Como ed io terrò la mia prima lezione di questo 2025/2026 il 23 ottobre; il percorso intrapreso negli anni precedenti, si focalizzerà su 5 musei milanesi (un incontro ne comprenderà due) decisamente insoliti rispetto al concetto “classico” di museo; oggetto degli incontri saranno infatti le seguenti esposizioni permanenti legate più al costume che all’arte: Museo del Profumo e Palazzo Morando, Museo della Macchina da Scrivere, Museo Collezione Branca, Museo Mangini Bonomi.
Proseguirò poi con un ciclo di incontri sul Sistema Bibliotecario Milanese che è molto vasto; prenderò in considerazione le biblioteche storiche, quelle cioè ospitate in antichi e nobiliari palazzi, partendo dal Museo del Policlinico Ca’ Granda che farà da “trait d’union” a questo nuovo argomento essendo dotato sia di un interessante e particolarissimo museo che di una biblioteca di antica fondazione. Poi: la Sormani, l’Ambrosiana, la Braidense e la Capitolare.
Naturalmente pubblicherò i testi di tutti i miei incontri; come dicevo poco sopra chi avrà interesse a leggerli li troverà nella sezione “Le mie lezioni – Storia dell’Arte”.
Buona lettura. Alla prossima!
