19 settembre
Venerdì 19 settembre
Come state? Io abbastanza bene. Mi sto riprendendo dall’esaurimento energetico dei giorni scorsi e rieccomi qui.
Ho giusto un ritaglio di tempo, devo andare a Como. Pranzerò con un’amica, andrò in UTE e anche al Teatro Sociale, presso il quale ho l’abbonamento per quattro spettacoli di prosa della nuova stagione 2025/2026. Mi è arrivata una simpatica mail che invita gli abbonati a passare dalla biglietteria per ritirare un “cadeau” che ci hanno riservato: già che sono in zona andrò a vedere di cosa si tratta.
Buongiorno! Buona settimana! Che dice l’Indomita? E’ venerdì…buona settimana!?!
Ci eravamo lasciati di venerdì, è vero; ma mi ero interrotta per qualche telefonata e poi uscire…sempre tutto di corsa! In realtà adesso è lunedì, ma non cambierò il titolo dell’articolo…così darò l’impressione di scrivere più spesso. Mh.
Però non so barare e dunque:
Lunedì 22 settembre, autunno a pieno titolo e si vede. Giornata piovosa, ma si sapeva, le previsioni avevano avvertito. Io non amo la pioggia, anzi proprio la detesto anche se è necessaria. Nei momenti di sconforto meteorologico dico che mi trasferirò nel deserto di Atacama, che, per chi non lo sapesse, è il luogo meno piovoso del mondo. Ma oggi va bene anche la pioggia; voglio lavorare e, a parte questo diario del giorno, voglio imbastire il “reportage” Estremo Oriente 2 che negligentemente ho sempre rimandato. Perciò questa pioggia è anche un invito a stare qui davanti al mio PC nel mio adorato studio.
Questo sarà un articolo lungo perché ho un sacco di cose da raccontarvi e sono soprattutto in vena di farlo. Perciò proseguo nel racconto e riprendo dal Teatro Sociale di Como dove ci eravamo lasciati venerdì scorso. Il “cadeau” era un piccolo block notes con il logo del teatro; due abbonamenti, due block notes: carini e utili giacchè (mi permetto questo lombardismo, sarebbe più corretto “già che” – non copiatemi ahahaha) io scrivo molti appunti anche manualmente durante le mie giornate.
Essendo in biglietteria ho approfittato e ho fatto un po’ di shopping, programmando così parte del mio anno teatrale 2025/2026; ringraziando il Cielo, se non fai così – cioè se non prenoti/acquisti con grande anticipo -, rischi di non trovare più posti disponibili. Mi sembra un buon segno: che la cultura stia avendo un “resurgit”? L’area operistica sicuramente sì, segue il varietà (ma va bene anche qualche momento di leggerezza nello svago, ci sta) la prosa fa un pochino più fatica. Personalmente la prosa per me è irrinunciabile tant’è che ho fatto l’abbonamento – come vi dicevo – a quattro spettacoli, già mesi fa:
Ritorno a casa di Harold Pinter
Il malato immaginario di Molière
La grande magia di Eduardo De Filippo
Sette a Tebe di Eschilo
Non vi dico cosa ho comperato venerdì perché sono anche regali che farò a un paio di amiche e dovrà essere una sorpresa; siccome seguono il blog, non posso scoprirmi.
Regalate cultura, non è mai abbastanza e, soprattutto non è l’ennesima cosa di cui nessuno ha bisogno e che nella migliore delle ipotesi finisce nell’armadio con poche possibilità di essere sfruttata o, se oggettistica, su qualche scaffale in aggiunta da spolverare. Poi, per carità, con i debiti “distinguo”: a volte sia il capo di abbigliamento che l’oggetto sono azzeccatissimi; tuttavia, nell’incertezza, “oddio, cosa regalo a…, non so proprio più che fare…ha tutto…” ecco, in questi casi un biglietto per uno spettacolo al quale poi magari andrete insieme e perciò con il valore aggiunto della condivisione, può essere una grande idea.
Realizzo di non avervi rendicontati sulla mia andata alla Scala, sabato 13 settembre: bella, davvero una bella serata di musica in compagnia di Rossini e dei suoi tipici “crescendo” che ti portano il cuore ad una impetuosa sensazione di suono ed emozione; l’entrata graduale di diverse sezioni orchestrali, il progressivo aumento dell’intensità sonora (crescendo), l’accelerazione del tempo (accelerando) e l’esplosione finale hanno un impatto emotivo grandissimo.
Bravissimi gli interpreti, ottima la direzione dell’orchestra, magistrali i musicisti, molto belle anche le coreografie. Da uno a dieci: 10.
E a proposito di svago, per così dire, musicale, mi accorgo di non avervi mai parlato della Rassegna degli Antichi Organi, quest’anno giunta alla 45esima edizione e che io con Matteo – grande intenditore, anzi gli do il merito di avermi fatto scoprire anfratti della musica lirica e organistica che non conoscevo… (a Cesare quel che è di Cesare) – seguo da anni. Questa edizione è particolarmente ricca di concerti e nello scorso fine settimana ne erano programmati ben tre. Venerdì, sabato e domenica sera.
Ma non voglio liquidare l’argomento in un paio di trafiletti in coda a un articolo, sia perché sarebbe riduttivo sia perché non voglio annoiarvi con articoli troppo lunghi, rimando il tutto a un prossimo incontro, tutto dedicato agli “Antichi Organi” e per ora mi fermo qui.
