Estremo Oriente
Terza Parte – Hong Kong e Macao
Salutata la Thailandia voliamo a Hong Kong. Il rammarico di lasciare una terra bella e ospitale è sopraffatto dalla voglia di visitare una città incredibile già nelle aspettative!
L’aeroporto è indescrivibilmente grande, non grande, enorme. (Foto 1, 2, 3, 4, 5) E non dimentichiamo che è il periodo natalizio e in tutto lo scalo ci sono grandi alberi di Natale e ricchi addobbi; non tanto per la Festa religiosa come la intendiamo noi (che poi ormai anche da noi è più consumismo, ahimè!), ma il “business” che vi è legato non poteva certo non influenzare uno dei più grandi poli commerciali del mondo.
Vi dò qualche dato sullo scalo, giusto per farvi capire meglio.
L’Aeroporto Internazionale di Hong Kong (per IATA HKG, PER ICAO VHHH) – noto come Chek Lap Kok (赤鱲角機場), dal nome dell’isola su cui è costruito e per distinguerlo dal vecchio aeroporto di Hong Kong Kai Tak (啟德機場) – è operativo 24 ore su 24 e, oltre a collegare 160 destinazioni in aereo, l’aeroporto è anche collegato a più di 100 destinazioni della Cina continentale tramite una vasta rete stradale e di trasporti marittimi e alle aree urbane della città attraverso un’ impressionante catena di autostrade, ferrovie e ponti. Sorge 25 km a ovest del Central District dell’isola di Hong Kong che si raggiunge in circa 30 minuti.
Questo aeroporto ha un traffico passeggeri che si avvicina ai 60 milioni di persone all’anno ed è il 12esimo al mondo per traffico passeggeri.
Situato a circa cinque ore di volo da metà della popolazione mondiale, l’aeroporto dispone di due piste e due terminal che servono circa 100 compagnie aeree di tutto il mondo. Il terminal 1 è uno dei più grandi al mondo (era il più grande al momento della sua apertura nel 1998); ora è al 3° posto ed è preceduto solo dal Dubai International Airport Terminal e dal Terminal 3 del Beijing Capital International Airport. Un treno automatico sotterraneo collega le hall est e ovest del Terminal 1 e il Terminal 2. Inutile dire che i terminal ospitano numerose strutture per lo shopping, ristoranti, tempo libero e divertimento.
Le facciate dei terminal sono state progettate per sopportare la pressione di tifoni intensi.
Nella struttura sono impiegati circa 60mila dipendenti. L’Aeroporto dispone di due piste parallele, larghe 60 metri e lunghe 3800 metri, misure tali da consentire facilmente* le operazioni di decollo e atterraggio anche dei velivoli più grandi. Le due piste possono ospitare oltre 60 operazioni di volo all’ora.
*A questo proposito mi pare che valga la pena di spendere due parole sul vecchio aeroporto, Kai Tak – che fu chiuso il 6 luglio 1998 – per spiegarne una “simpatica” curiosità. Questo aeroporto sorgeva nel cuore della metropoli di Hong Kong, nella zona di Kowloon. Kai Tak era famoso per le sue procedure di avvicinamento molto difficili e pericolose, a causa dei grattacieli che circondavano la pista, rendendo obbligatoria una virata a 47 gradi a vista durante l’atterraggio!
Interessante sapere che, nonostante le caratteristiche che ho sopra descritto, NON è il più grande aeroporto del mondo; volete sapere chi lo precede? Ve lo dico.
L’aeroporto più grande del mondo per superficie è l’Aeroporto Internazionale King Fahd in Arabia Saudita, che si estende per circa 776 chilometri quadrati. Invece, se si considera il traffico di passeggeri, l’aeroporto più trafficato del mondo è l’Aeroporto Internazionale Hartsfield-Jackson di Atlanta negli Stati Uniti, secondo quanto riportato da diverse fonti.
Usciamo dall’aeroporto e, naturalmente, dobbiamo prendere un taxi. Ed ecco un’altra cosa che io personalmente, ma penso anche tanti di voi, non avevano mai trovato in altre parti del mondo. A Hong Kong, i taxi sono di colore diverso a seconda delle zone geografiche urbane ed extra urbane che servono; non ti puoi sbagliare!
- Rosso: Disponibili per circolare in tutta l’area urbana di Hong Kong.
- Verde: Operano nei Nuovi Territori.
- Blu: Coprono l’isola di Lantau.
A bordo del taxi abbiamo modo di immergerci nel traffico – sostenuto anche se tarda sera – e capiamo quanto sia viva e vissuta questa città ad ogni ora, sicuramente del giorno, ma anche della notte. L’ indomani cominceremo il tour di questa incredibile metropoli. Il percorso per arrivare in hotel ci permette di ammirare la città “by night” (Foto 6, 7)
Mi sono ovviamente documentata e vi posso assicurare che parlare a fondo di Hong Kong in tutti i suoi aspetti (storia, geografia, religioni, cultura, architettura, sistema amministrativo, scolastico, sanità ecc. ecc.) è cosa interessantissima quanto interminabile; non è questa la sede e pertanto vi racconterò quello che ho visto e percepito personalmente.
Che sia una città “verticale” non c’è dubbio, così come si capisce subito quanto la sua storia abbia influito sulla sua cultura: è una ex colonia britannica e attualmente una regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese.
Hong Kong divenne colonia britannica dopo la prima guerra dell’Oppio (1839-1842). Originariamente limitati alla sola Isola di Hong Kong, i confini della colonia furono estesi nel 1860 fino ad includere la penisola di Kowloon e poi con nuovi territori nel 1898 (che sono rimasti denominati come i Nuovi Territori). La regione fu poi brevemente occupata dal Giappone durante la guerra del Pacifico, per poi tornare sotto il controllo britannico, terminato nel 1997 quando alla Cina è stata data la supervisione. Spesso viene descritta come “l’Oriente che incontra l’Occidente”.
Durante il periodo coloniale britannico, Hong Kong si sviluppò in tutti gli aspetti, dall’economia al sistema sanitario. Molte strutture ospedaliere vennero costruite per i suoi cittadini, come ad esempio il Queen Elizabeth Hospital, il Queen Mary Hospital, il Princess Margaret Hospital e il Prince of Wales Hospital. Nel 1984 venne sottoscritta la Dichiarazione congiunta sino-britannica, un accordo per il trasferimento della sovranità alla Repubblica Popolare Cinese, che stabiliva che Hong Kong sarebbe stata governata, a partire dal luglio 1997, come una regione amministrativa speciale, conservando le sue leggi e un alto grado di autonomia per almeno 50 anni.
Il diritto di Hong Kong si basa sul sistema di diritto inglese.
Quanto sopra giusto per inquadrare la città dal punto di vista storico/culturale.
Mi pare che il modo migliore per descrivere Hong Kong sia, oltre alla galleria fotografica che, come di consueto, inserisco alla fine dei miei “reportage”, il concetto di: “la prima al mondo per….ovvero una delle più…..al mondo per …..”
Con una superficie di 2.754 km² e una popolazione di oltre sette milioni di persone, Hong Kong è una delle aree più densamente popolate del mondo.
La valuta, il dollaro di Hong Kong, è l’ottava valuta più scambiata al mondo.
La mancanza di spazio e il crescente numero di abitanti e di infrastrutture hanno portato la città ad avere un’intensa densità di costruzioni, rendendola la città più verticale al mondo (1.294 grattacieli).
I cittadini di Hong Kong vantano uno dei redditi pro capite più alti al mondo.
La densità ha portato anche allo sviluppo di un’avanzata rete di trasporti pubblici. I cittadini che ne usufruiscono sono più del 90%, la percentuale più alta al mondo.
Inoltre, lo skyline di Hong Kong è spesso considerato come il migliore del mondo.
Il fiore simbolo di Hong Kong è la Bauhinia Blakeana, conosciuta anche come “orchidea di Hong Kong“. (Foto 8) È raffigurato anche al centro della bandiera ufficiale di Hong Kong, su sfondo rosso, con cinque petali bianchi, ciascuno con una stella rossa al centro. La Bauhinia Blakeana è un simbolo storico della città.
I mezzi pubblici a Hong Kong sono tantissimi, utilizzatissimi – lo abbiamo già detto – e molto vari: tram, autobus, funicolari (la Peak Tramway, una funicolare appunto, è il primo servizio di trasporto pubblico di Hong Kong e dal 1888 fornisce il trasporto ferroviario tra Central e Victoria Peak**), e scale mobili (di queste il più lungo sistema di scala mobile esterna coperta del mondo, la Central-Mid levels escalator) (Foto 9).
** Il Victoria Peak, anche conosciuto come Mount Austin o semplicemente The Peak, è una montagna di 552 metri, la più alta di Hong Kong. Al giorno d’oggi è uno dei posti più turistici della regione, con sette milioni di turisti l’anno e noi non facciamo eccezione! Saliamo in una giornata limpidissima e ammiriamo un paesaggio che toglie il fiato, unico al mondo. (Foto 10, 11, 12)
Data la grande affluenza di turisti, sul Victoria Peak sono stati costruiti ben due centri commerciali: il Peak Tower e il Peak Galleria. Il primo si trova all’ultima fermata della funicolare e, oltre a una terrazza panoramica, ha diversi ristoranti tutti con vista.
Un po’ più su c’è lo Sky Terrace 428, un’altra terrazza panoramica dalla quale la vista è ancora più incredibile e che noi non manchiamo di visitare e “gustare”.
Questa funicolare ogni giorno viene presa da 12.000 passeggeri.
Noi decidiamo di salire al Peak subito la mattina seguente: la giornata è bella e la vista garantita. Ci mettiamo ordinatamente in coda e aspettiamo il nostro turno. Una volta in vetta – se pure al primo arrivo – quel che compare sotto i nostri occhi è davvero incredibile!
Trascorriamo praticamente tutta la giornata al Peak; tra salita, godimento della vista, lunch, centri commerciali….una città nella città, il tempo vola. Nel tardo pomeriggio, ma ancora in piena luce, scendiamo. Ed ecco scene di ordinaria quotidianità di cui vi faccio partecipi (Foto 13, 14).
La seconda giornata si apre con una passeggiata che, con le dovute soste, diventerà un lungo giro a piedi, sicuramente il modo migliore per ammirare i diversi aspetti di questa città: la parte vecchia, tipicamente cinese, compresa una farmacia rigorosamente di medicina locale (Foto 15, 16, 17); i confini tra le due anime della città (Foto 18); i tantissimi negozi dei “brand” più famosi al modo (ci sono tutti) – Giorgio Armani, tanto per restare in Italia, ha un intero grattacielo dove non vi sono solo i negozi delle sue diverse linee ma anche un lussuosissimo hotel.
E’ ormai sera quando rientriamo e ci soffermiamo – forse l’ora è più propizia – ad ammirare gli altari (Foto 19, 20, 21) che punteggiano i quartieri antichi e che danno l’idea della religiosità che questo popolo conserva a dispetto della frenesia della vita metropolitana.
Terzo giorno: faremo un giro tra i tantissimi negozi: anche lo “shopper eye” vuole la sua parte! Per pura curiosità ovviamente, non certo per comperare le grandi firme occidentali. Sarebbe da pazzi: qui è tutto molto molto caro! Faremo solo le turiste, niente shopping, e comunque di guardarsi in un posto così incredibile non se ne ha mai abbastanza!
Ci imbattiamo anche nella sede della APPLE; essendo tutta in vetro vediamo la lunga coda di persone, per lo più giovani, che dall’alba – ci dicono – aspettano per acquistare l’ultimo modello di I-Phone che veniva messo in vendita proprio in quel giorno (Foto 22). Non dobbiamo dimenticare che il reddito pro capite dei cittadini di Hong Kong è tra i più alti al mondo e pertanto molti si possono permettere tutte le novità tecnologiche. Anzi….guai a non averle!
Il giorno successivo, il quarto dal nostro arrivo, andremo a Macao. Ci andremo in traghetto (Foto 23); allora non vi erano alternative. Nel 2018, dopo 9 anni di lavoro, è stato invece inaugurato il ponte che, guarda caso, è il ponte marittimo più lungo del mondo! Il ponte Hong Kong–Zhuhai–Macao (che è in realtà una serie di ponti e gallerie progettata e costruita per attraversare il canale Lingdingyang e collegare Hong Kong, Zhuhai e Macao, le tre maggiori città situate sul delta del Fiume delle Perle), ha una lunghezza di circa 55 km ed è uno dei punti di riferimento all’interno della zona. La sezione di ponte più lunga è di 29,6 km e include tre campate strallate tra 280 metri e 460 metri.
Eh sì non l’ho ancora detto: Hong Kong sorge sul delta del fiume Zhū Jiāng che sfocia nel Mar Cinese Meridionale su cui si articola l’importantissimo e grandissimo porto commerciale, un “hub” marittimo tra i più trafficati ed efficienti al mondo per il numero di container che vengono movimentati ogni anno.
Ci presentiamo al porto di buon mattino: anche Macao è ricca di storia e vogliamo arrivare presto per visitarla in lungo e in largo. Dopo 55 minuti sbarchiamo a Outer Harbour, penisola di Macao.
Quando avrò finito di parlarvene ne sarete incantati come lo sono stata io.
Hong Kong è particolare, può anche non piacere con quell’incredibile assembramento di grattacieli che “soffoca” per così dire la sua parte cinese, la più antica; Macao non può non piacere! Ha un fascino del tutto speciale; la dominazione portoghese che l’ha colonizzata – ve la racconto subito dopo – ha lasciato un’eleganza e una signorilità che ho visto in pochi posti al mondo che sono state colonie; Macao riesce a fondere le sue due anime (cinese ed europea) in un magico equilibrio di architettura e di cultura.
Concedetemi ora un rigurgito di orgoglio materno! Usciamo dal porto e prendiamo un taxi; mia figlia si rivolge all’autista per spiegare che dovrebbe portarci in un luogo strategico dal quale poi poterci spostare a piedi; e che, se intanto che andiamo ci fa anche fare un giro turistico per mostrarci qualche peculiarità della città, sarà adeguatamente ricompensato. Questo bel discorsetto articolato è in “mandarino”: il taxista la guarda e, con gli occhi spalancati per la meraviglia, si complimenta e dice che non capita spesso di caricare un turista occidentale che parla così bene il cinese.
Evvai…brava Chiara!
Appena sbarcati colpiscono subito i nomi di strade, piazze, infrastrutture ecc…: sono tutti in lingua portoghese e tradotti in lingua cinese.
Ma non sono solo i nomi a colpire quale retaggio del periodo coloniale; le architetture di strade, piazze ed edifici sono inequivocabilmente portoghesi. (Foto A, B, C, D)
La penisola di Macao è la parte più antica e popolosa della Regione amministrativa speciale di Macao (RASM) e possiede una superficie di circa 9,30 km². Si trova a sud dell’isola di Zhongshan (anticamente chiamata isola di Xiangshan) nella provincia di Canton, nella Repubblica Popolare di Cina. Attualmente risiedono sul suo territorio circa 516.000 abitanti, corrispondenti all’80% della popolazione totale di Macao.
Macao era originariamente un’isola, ma i sedimenti trasportati dal fiume delle Perle e depositati principalmente nella zona più settentrionale, andarono a formare un istmo che la collegarono alla Cina continentale, trasformandola in una penisola.
Attualmente la penisola è completamente circondata dall’acqua, se non per il lato settentrionale con il quale è connessa alla città cinese di Zhuhai. Il posto di frontiera do Cerco (posizionato nella parte settentrionale) delimita la frontiera sia della penisola stessa, sia della Regione. A sud è connessa con l’isola di Taipa attraverso tre ponti (il ponte dell’Amicizia, il ponte del Governatore Nobre de Carvalho e il ponte Sai Van). La distanza tra l’estremo nord (Porta “do Cerco”) e l’estremo sud (Barra) della penisola si aggira sui 4 km. Ad ovest si trova il Porto Interno, dove si dice che i navigatori portoghesi sbarcarono per la prima volta a Macao, scoprendo la costa occidentale della penisola.
La parte più alta della penisola è la collina di Guia, alta 90 metri, e su cui si trova la fortezza di Guia. Numerose furono le aree che vennero prosciugate e reclamate sia dalla foce del fiume delle Perle sia dal mare; infatti all’inizio del XX secolo la penisola era costituita da soli 3,20 km².
Il centro storico di Macao, interamente situato sulla penisola, è stato iscritto alla lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Secondo alcuni studi archeologici, questa regione fu popolata dai cinesi già da 6.000 a 4.000 anni fa. Durante il XIII secolo, un considerabile numero di coloni cinesi si stabilì in quest’area, stabilendo vari insediamenti nel nord della penisola. Durante la dinastia Ming molti pescatori di Canton e Fujian si stabilirono a Macao e furono loro a erigere il tempio di A-Ma.
I portoghesi, invece, giunsero per la prima volta nel XVI secolo, tra il 1554 e il 1557 e stabilirono nella penisola il primo avamposto commerciale europeo in Cina.
Macao (o Macau, alla portoghese) fu ceduta alla Cina dal Portogallo nel 1999. Il suo aspetto coloniale la rende una città unica, una meta turistica con un’identità propria.
Il taxi ci lascia vicino al centro storico; uscendo dal porto, poco lontano, su una grande piattaforma collegata a terra da un lungo pontile si erge una gigantesca statua la quale, ci spiega l’autista, è l’unica raffigurazione al mondo di Lady Budda, la Signora Budda. E’ la figura femminile più iconica del buddismo, la “bodhisattva” Guanyin, personificazione della compassione e protettrice dei marinai. (Foto E).
Scese dal taxi ci immergiamo nelle piazze e stradine di Macao, affollate di turisti, e dove respiriamo un’aria occidentale con qualche soffio di cultura cinese cosa che dona a questa città un fascino del tutto speciale! (Foto F, G, H, I, I1)
Non dimentichiamo che anche qui siamo in periodo natalizio e Macao non fa eccezione: nelle piazze del centro storico grandi e coloratissime installazioni abbelliscono, in tema, la città (Foto L).
E poi:
Piazza del Senato: questa piazza del centro storico è piena di elementi che richiamano il Portogallo, come l’Antica Farmacia o la Santa Casa della Misericordia (Foto M, N, O). Ricorda un po’ Lisbona.
Le rovine della Chiesa di San Paolo: attraversando la Rua de S. Paulo arriviamo alle rovine dell’antica cattedrale, di cui è rimasta soltanto la facciata (Foto P).
Ovviamente a Macao vi sono molte chiese cattoliche; considerando la grande religiosità dei suoi colonizzatori, i cattolicissimi portoghesi, non avrebbe potuto essere altrimenti. Dopo le rovine della Chiesa di San Paolo, ne visitiamo una, la storica cattedrale barocca di San Domenico, risalente alla fine del XVI secolo, con Museo di Arte Sacra annesso (Foto V, V1).
Non lontano dalle rovine della chiesa, troviamo la Fortezza di San Paolo del Monte costruita per difendere la città (Foto Q, R). Al suo interno c’è il Museo di Macao e dalla parte opposta si va al Giardino Botanico (Foto S, S1).
La Macau Tower: torre di 338 metri simile alla Stratosphere Tower di Las Vegas. È il miglior punto della città dal quale ammirare tutta Macao. I più intrepidi troveranno diverse attività estreme, come il bungee jumping. La vediamo far da sfondo alle antiche stradine della città vecchia (Foto T).
Finita questa intensa mattinata ci rendiamo conto che è ora di pranzo e cominciamo a guardarci intorno per vedere dove andare a mangiare: ci meritiamo una signora sosta in un bel ristorante tipico portoghese (di cucina cinese ne abbiamo abbastanza!) e troviamo il Plaia Grande (Foto U, U1, U2). Ci ispira, entriamo e non resteremo deluse.
Così rifocillate ci spostiamo nella zona dei Casino’.
Macao è soprannominata “la Las Vegas cinese“, visto che è l’unica città della Cina in cui il gioco d’azzardo è legale: il 70% della sua economia dipende proprio da questo.
I Casinò sono strutture faraoniche che, dal 2006, hanno più ingressi che quelli di Las Vegas. Il motivo è chiaro: sono più di 3000 milioni le persone che vivono a meno di 5 ore d’aereo da Macao, mentre per Las Vegas il numero si riduce (si fa per dire!) a 400 milioni.
I più famosi sono il Sands e il Venetian. Noi optiamo per quest’ultimo e….guardate se non sembra proprio di essere a Venezia! (Foto Z, Z1, Z2, Z3, Z4).
Budget permettendo, dormire in una di queste due strutture è un’esperienza unica. Ma noi non abbiamo lasciato la camera all’Harbourview Hotel a Hong Kong e dunque dobbiamo rientrare.
L’indomani torneremo a casa. Proprio casa: io in Italia, Chiara a Shanghai dove all’epoca viveva e lavorava. La vacanza finita, ma è stata strepitosa, sicuramente una delle più belle della mia vita.
